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domenica 12 febbraio 2012

Il potere del caffè macinato


Il potere del caffè macinato


caffè
Una giovane donna si lamentò con sua madre delle sofferenze e delle difficoltà incontrate nella sua vita: non sapendo come andare avanti, voleva arrendersi.
Sono stanca di lottare e combattere. Sembra che appena un problema si risolva, ne compaia un altro - disse.
Per tutta risposa, sua madre la portò in cucina e riempì tre pentole d’acqua, collocandole ciascuna su una fiamma vivace. L’acqua iniziò presto a bollire.
Nella prima pentola, la signora mise alcune carote, nella seconda le uova e nell’ultima del caffè macinato, lasciando bollire il tutto senza proferire parola.
Dopo una ventina di minuti, spense i fornelli. Quindi estrasse le carote e le adagiò in una scodella, recuperò le uova e le trasferì in una ciotola, poi versò il caffè in una tazza.
Dimmi che cosa vedi - ordinò alla figlia.
Carote, uova e caffè - replicò l’altra.
Dopo averla fatta avvicinare, sua madre le chiese di toccare le carote. La figlia obbedì, osservando che erano morbide. La signora la invitò allora a prendere un uovo e a romperlo. Dopo aver eliminato il guscio, la giovane studiò l’uovo sodo. Infine la donna la esortò ad assaggiare il caffè. La ragazza sorrise gustandone il sapore intenso.
Che cosa significa, mamma? - domandò poi.
Sua madre le spiegò che ciascuno di quegli alimenti aveva affrontato la medesima avversità, l’acqua bollente, e che ciascuno aveva reagito in modo diverso.
La carota era dura, resistente e inesorabile, ma dopo l’acqua bollente si era ammorbidita ed era diventata cedevole.
L’uovo era fragile, il guscio esterno che ne proteggeva l’interno liquido, ma dopo l’acqua bollente si era indurito.
Il caffè macinato era tuttavia unico: dopo essere stato nell’acqua bollente,aveva modificato l’acqua stessa.
Ora che hai terminato di leggere forse ti porrai la domanda: “Voglio essere carota, uovo o caffè? Voglio che sia l’ambiente a cambiarmi o voglio essere io a cambiare l’ambiente?” .
Qualunque sia la tua decisione “fai ciò in cui credi e credi in ciò che fai

Che tipo di leader sei?


Se vuoi scoprirlo scegli la frase che più ti rappresenta fra le 4 alternative possibili per ciascuno dei 13 gruppi di situazioni qui riportati.
Tendo ad aspettare che le cose accadano (A)
Faccio quello che dico (B)
Le mie idee vengono spesso accolte (C)
Non amo essere in disaccordo con gli altri (D)

Faccio le cose sull’impeto del momento (A)
Qualche volta sono abbastanza inflessibile (B)
A volte è più opportuno non dire ciò che si pensa (D)
Spesso gli altri scelgono di aderire ai miei progetti (C)

A volte mi sento a disagio o in colpa anche se sono convinto di aver preso la decisione giusta (D)
Mi piace che si seguano le mie idee (B)
Mi ritrovo spesso a mediare per trovare un accordo fra diversi pareri (C)
Sono sempre molto tollerante verso le scelte altrui (A)

Qualche volta sorvolo sui problemi sperando che si risolvano col tempo (A)
Faccio di tutto per incoraggiare il buon umore (D)
Trovo stimolante il dover prendere delle decisioni (C)
Spesso prendo l’iniziativa e aspetto che gli altri mi seguano (B)

Anche se ho le idee chiare accetto il confronto con gli altri (C)
Una mia priorità è mantenere sempre buoni rapporti con le persone che conosco (D)
Vorrei che gli altri mi dessero sempre carta bianca (B)
Difficilmente sono disturbato dal comportamento altrui e vorrei che la cosa fosse reciproca (A)

Non amo essere costretto a fare delle scelte (A)
Agisco tenendo sempre presente l’apprezzamento
degli altri (D)
Non mi piacciono le persone troppo indecise e le perdite di tempo (B)
Nel fare dei progetti tengo sempre conto di ogni aspetto (C)

Immagina di essere a capo di un’equipe di lavoro. Come potresti definirti in questo ruolo?
Spontaneo/Comprensivo/Permissivo (A)
Deciso/Chiaro/Efficiente (B)
Calmo/Sicuro/Disponibile (C)
Sensibile/Gioviale/Amichevole (D)

Nella situazione precedente, sentiresti soprattutto, il peso o la responsabilità di…
Prendere decisioni da cui dipendono gli esiti del lavoro (A)
Accontentare tutte le persone che dipendono da te (D)
Verificare che tutti eseguano il loro lavoro nel modo prestabilito (B)
Motivare i tuoi collaboratori al dinamismo e all’intraprendenza (C)

Quando sei con un gruppo di amici ti capita spesso di…
Lasciare che ciascuno faccia ciò che desidera (A)
Organizzare qualcosa per loro (C)
Fare quello che desiderano (D)
Decidere cosa fare (B)

Se ti viene affidato un compito da svolgere con altre persone, ti pesa di più…
Il dover discutere idee o soluzioni di cui tu sei già perfettamente convinto (B)
L’idea di deludere le aspettative altrui (D)
Il non poter contare su uno spirito di squadra (C)
L’idea di impegnarsi per un risultato comune che necessariamente sacrifica la creatività individuale (A)

Riflettendoci, pensi che potresti sentirti più a tuo agio nel…
Delegare ad altri i tuoi impegni o l’incombenza di prendere delle decisioni (A)
Non far valere i tuoi punti di vista per non incrinare rapporti a cui tieni (D)
Fare di testa tua imponendo agli altri il tuo modo di pensare (B)
Scontrarsi aspramente con chi si pone in modo poco democratico (C)

Nel lavoro di gruppo è assolutamente prioritario…
Il buon clima e l’armonia fra membri del gruppo (D)
La determinazione a ottenere i migliori risultati nel minor tempo possibile (B)
Raggiungere obiettivi con il contributo di ciascuno (C)
L’assenza di regole che limitano la libertà del singolo (A)

Nel rapporto con gli altri, più di frequente…
Ottieni soddisfazioni per le tue capacità organizzative (C)
Mantieni un certo margine di autonomia (A)
Alleggerisci l’atmosfera quando il clima si fa pesante (D)
Influenzi le decisioni assumendoti tutta la responsabilità (B)

Ora somma quante volte hai scelto ciascuna delle quattro lettere e leggi qui sotto il profilo che corrisponde alla lettera che ha ottenuto un punteggio più elevato…questo profiolo è quello che meglio rappresenta il tuo stile di leadership.
(B) Leader DIRETTIVO

Deciso e piuttosto inflessibile, a volte finisci per importi sugli altri. Sei fermo nel prendere le decisioni e spesso tieni la linea dura nel far valere il tuo punto di vista. Preferisci fare le tue scelte in modo autonomo scoraggiando il confronto con le persone che indirettamente possono subirne le conseguenze.
Qualcuno potrebbe rimanerci male ed entrare in conflitto con te: la tua leadership potrebbe non esserti riconosciuta. C’è però il risvolto della medaglia: a molti può fare comodo avere a fianco una persona determinata che risolve i problemi e se la cava da solo assumendosi tutte le responsabilità.

(C) Leader COACH
Sai influire sulle scelte comuni e orientare gli atteggiamenti di chi ti sta accanto ma senza rinunciare allo scambio e al confronto. Puoi assumere per gli altri una funzione di guida, ma lo fai evitando imposizioni e prevaricazioni. Sai decidere da solo, ma preferisci farlo ascoltando il parere di chi sarà coinvolto nelle tue scelte.
Saresti perfetto per coordinare un gruppo di lavoro: sapresti favorire la collaborazione all’interno del gruppo e incoraggiare l’autonomia e lo spirito d’iniziativa dei tuoi colleghi creando un’atmosfera stimolante e gratificante.

(D) Leader PARTECIPATIVO
Quando assumi funzioni proprie di un leader, lo fai con il solo intento di mantenere un buon clima all’interno del gruppo. La tua priorità non è influire sulle scelte comuni quanto curare le relazioni interpersonali: per questo dediche molte energie nell’instaurare e coltivare dei buoni rapporti sociali. Quando si tratta di prendere decisioni, non ti imponi e spesso tendi a non assumere posizioni nette per evitare tensioni e non rischiare di danneggiare le tue relazioni.
(A) Leader DELEGANTE
Il tuo moto sembra essere “vivi e lascia vivere”. Non ami le regole troppo rigide e gli atteggiamenti arroganti e molto correntemente preferisci non calcare la mano nel fa valere i tuoi punti di vista. Sarà per fiducia nel prossimo, per spirito di adattamento o anche – perché no? - per una pura pigrizia, ma qualche volta finisci per delegare ad altri la responsabilità di prendere delle decisioni.

Come bloccare questa febbre della vita moderna? Come arrestare questa accelerazione insensata? Come, in ultima analisi, vivere?

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Il saggio cinese dice all’occidentale: “Tu quando ti svegli, già calcoli e programmi; quando fai colazione, già sei al volante della tua vettura; quando guidi, già sei al lavoro. E sempre at tendi. Attendi la fine del lavoro, attendi il fine settimana, di domenica at tendi il lunedì”. - “E tu, saggio?” - “Quando mi sveglio, io mi contento di svegliarmi. Quando mangio, gusto il sapore del cibo; quando cammi no, cammino; mi occuperò della meta quando ci sarò arrivato. Non so no affatto preoccupato di ciò che verrà; vivo l’istante presente”. - “Sarà questo, o saggio, il segreto della tua calma e della tua vigilanza?” - “Nel mio paese, questa pratica viene chiamata il cammino della tranquillità; anche: ilcammino della saggezza. La consideriamo molto utile, anzi indispensabile alla meditazione”.

Uno stile di vita meditativo 
«Il corso d’acqua, paziente e dolce, che feconda la terra, viene da lon tano; a volte da molto lontano. In un luogo segreto, sotto una roccia o direttamente dal seno della terra, un sottile filo d’acqua è apparso, rag giunto presto da un altro, da venti altri; tanti sottili fili d’acqua che, con fluendo sono diventati un fiume.Ma se si consumassero le sorgenti? Se s’inaridissero le fonti? Se, an cora nel seno della terra, si contaminassero le acque?La vita d’orazione viene anch’essa da lontano. Nasce da molte sor genti segrete. Chi vuole dissetarvisi deve captare le sorgenti, rispettare la fonte, salvare le acque. Parleremo di tre sorgenti. Ognuna di esse canta come l’acqua cristallina. Le tre sorgenti sono: vivere, vivere da uomini li beri, vivere felici.E come chiameremo il fiume che nasce da queste tre sorgenti? Lo chiameremo: uno stile di vita meditativo. 
Vivere, Questi attivi, questi superattivi, dominati dall’orario e dal ren­dimento; questi agitati, paurosi di non fare mai abbastanza e di non es­sere mai abbastanza importanti: in realtà è ben misera gente. Essi non vi vono! Ma almeno i loro divertimenti saranno sereni? Osservateli una do menica: ciò che vedete non vi rassicura affatto.La smania del fare, questa follia dei superattivi, è uno dei fattori più potenti di distruzione della vita spirituale e della meditazione. Da qui l’interrogativo che s’impone a ognuno: Come bloccare questa febbre del la vita moderna? Come arrestare questa accelerazione insensata? Come, in ultima analisi, vivere? Ecco alcune indicazioni sull’arte del vivere. 
1. Accogli come amici gli avvenimenti e gli impegni che ti si presenta no. Se tu li rigetti, essi si rivolteranno contro di te e ti schiacceranno. Accetta la realtà, non respingerla. Accogli gli altri come sono, non voler li sempre e soltanto cambiare. 
2. Agisci senza precipitazioneNon perdere il tuo tempo ad affrettarti. Per questo, non salire e non scendere le scale a precipizio. Non correre al telefono. Nel bosco, sì, corri; altrove no! Non partire mai all’ultimo mi nuto, ma piuttosto in anticipo. Il cammino verso la stazione o l’ufficio sia per te una passeggiata. Ammira la natura e, in mancanza di essa, osserva con uno sguardo di simpatia la gente che incontri e cerca di percepire at traverso di essa la misteriosa presenza del regno che bussa alla tua porta. 
3. Fa una cosa alla volta. Chi ti chiede di fare di più? Era davvero un poveretto quel tale che diceva: “Devo leggere il giornale durante l’ora dei pasti; è il solo momento tranquillo a mia disposizione”! Poveretto: leg geva male, mangiava male, digeriva male; e, quel che è peggio, amava male se stesso, la famiglia, gli amici, la gente. 
4. Non vivere in avantiFarebbe pietà o susciterebbe il riso chi cam­minasse in maniera tale da far precedere la testa ai piedi. Ma forse pro prio tu sei questo povero essere! Vivi diritto! Vivi l’istante presente e vi vi istante per istante. Se non sai vivere il minuto - ricorda Solzenitzin -perdi l’ora, il giorno, la vita. Il saggio cinese dice all’occidentale: “Tu quando ti svegli, già calcoli e programmi; quando fai colazione, già sei al volante della tua vettura; quando guidi, già sei al lavoro. E sempre at tendi. Attendi la fine del lavoro, attendi il fine settimana, di domenica at tendi il lunedì”. - “E tu, saggio?” - “Quando mi sveglio, io mi contento di svegliarmi. Quando mangio, gusto il sapore del cibo; quando cammi no, cammino; mi occuperò della meta quando ci sarò arrivato. Non so no affatto preoccupato di ciò che verrà; vivo l’istante presente”. - “Sarà questo, o saggio, il segreto della tua calma e della tua vigilanza?” - “Nel mio paese, questa pratica viene chiamata il cammino della tranquillità; anche: il cammino della saggezza. La consideriamo molto utile, anzi indispensabile alla meditazione”. 
5. Nell’azione, concentra l’attenzione su te stesso. Sovente! Non sei tu per lo meno altrettanto importante del lavoro che stai facendo o dell’ogget to che stai fabbricando? Domandati costantemente: “Chi fa questo lavoro? Chi fa questa tal cosa?”. Abita la tua azione, sii al centro del tuo agire! 
6. Pratica la sospensione interiore. Ogni due ore, o anche più sovente, sospendi per qualche istante la tua attività, congeda le tue preoccupazioni. Posa l’arnese, ferma il motore. Mettiti in disparte e chiudi gli occhi. Entra in te stesso. Sono 30 o 60 secondi molto pesanti, ma preziosi. Spezzerai il vortice delle mille occupazioni e preoccupazioni e impedirai alle tue attività di trascinarti nella spirale dell’azione che ti porta lontano da te. Sarai come l’albero i cui rami si agitano sotto la spinta dei venti, ma il cui tronco rima ne saldo, immobile perché ha le radici saldamente ancorate nel suolo. 
7. Elimina e abbrevia occupazioni e impegniMetti disciplina, evita le chiacchiere. Sfronda. Il saggio è l’uomo delle scelte». 

Il Meglio di Se Stessi di Carmen Del Bene





Se solo avessimo la percezione della nostra grandezza interiore, ci stupiremmo di come poco usiamo le nostre qualità. Se solo potessimo vedere in uno specchio il nostro valore, saremmo sorpresi di come lo sprechiamo in piccole ed inutili cose.
Se solo fossimo più consapevoli che siamo decisamente migliori di quello che pensiamo di essere, potremmo vivere serenamente ogni aspetto della nostra esistenza, anche i momenti più difficili sarebbero meno drammatici per noi.
Possiamo cercare allora di scoprirci, di conoscerci meglio per far valere quella parte di noi che a volte “sentiamo” ma non conosciamo.
Il primo passo da fare in questa direzione è non avere paura. Spesso le persone rinunciano a realizzare i propri sogni, a mettersi in gioco completamente, perché sono influenzate negativamente dalle paure: la paura di sbagliare, la paura del giudizio altrui, la paura di deludere qualcuno, la paura di non essere all’altezza, la paura di fallire. La paura, purtroppo, è potente, blocca le nostre risorse migliori cacciando la nostra vita in un angolo dove possiamo sopravvivere, ma non vivere al meglio di noi.
La paura invade i nostri pensieri, le nostre emozioni, i nostri sogni, le nostre speranze e ci lascia annichiliti, come se non avessimo più futuro, come se non fossimo più in grado di essere “padroni” della nostra esistenza.
Ma possiamo reagire, possiamo cambiare il nostro pensiero che è più potente della paura, cambiando  il nostro modo di vedere noi stessi e la vita. Possiamo dare a noi stessi una seconda opportunità, possiamo, anzi, dobbiamo avere fiducia in noi stessi e nella nostra capacità di rialzarci ogni volta, nella nostra capacità di crearci una qualità di vita più vera, più nostra.
Dobbiamo avere fiducia nelle nostre qualità, nel fatto che possiamo migliorare sempre, che possiamo cambiare le situazioni che ci affliggono, possiamo di nuovo pensare al nostro futuro con fiducia, con ottimismo.
Il mio formatore, Carlo Fiorentini, mi ha insegnato tutto ciò con una frase che mi torna alla mente ogni volta che sono in difficoltà:
“ Quando la notte è più buia,  l’alba è più vicina.”

martedì 7 febbraio 2012

Biscotti.....

Da due settimane Chiara si stava preparando per partire destinazione Londra dove l’aspettava il suo ragazzo. Aveva fatto e rifatto piu’ volte la valigia indecisa su quello che doveva portare.L’incertezza del tempo e l’emozione, le stavano giocando tiri bassi ed entrambe le cose contribuivano a metterla maggiormente in confusione. Giunto il mattino della partenza, chiamo’ un taxi per farsi portare all’areoporto,dove giunse con un notevole anticipo.Siccome avrebbe dovuto aspettare per molto tempo,decise di comperare un libro Compro’ anche un pacchetto di biscotti e si diresse nella sala d’attesa VIP per stare piu’ tranquilla. Accanto a lei c’era una sedia con i biscotti e dall’altra parte ,un distinto signore intento a leggersi un giornale. Chiara si guardo’ un po’ attorno,infine dopo averlo estratto dalla borsa,apri’ il libro nell’intento di leggerlo,allungo’ la mano per prendere il primo biscotto,ma contemporaneamente anche l’uomo accanto ne prese uno,lei si senti’indignata ma non disse nulla e continuo’ a leggere il suo libro. Tra se’ penso’ “Ma tu guarda,se solo avessi un po’ di piu’ di coraggio l’avrei insultato…” Cosi’ ogni volta che lei prendeva un biscotto,il signore accanto a lei,senza scomporsi allungava la  mano prendendone uno anche lui…proseguirono cosi’ finche’ non rimase che un solo biscotto e Chiara penso’”adesso voglio proprio vedere cosa mi dice quando saranno finiti tutti!” Il signore sempre senza distogliere lo sguardo dal suo giornale,prese l’ultimo biscotto e lo spezzo’ in due prendendo  la sua meta’. “Questo e’ troppo “penso’e comincio’ a sbuffare indignata,prese le sue cose,il libro e la borsa e si diresse verso l’uscita della sala d’attesa. Quando si senti’ un po’ meglio e la rabbia era un po’ svanita,si sedette su di una sedia lungo il corridoio per evitare altri spiacevoli incontri.Chiuse il libro ed apri’ la borsa per infilarlo dentro ma con grande sorpresa s’accorse che il pacchetto di biscotti era ancora li’ tutto intero nel suo interno. Provo’ un immenso senso di vergogna capendo che quel pacchetto di biscotti simile al suo era di quel signore seduto accanto a lei che pero’ aveva diviso i suoi biscotti con lei senza sentirsi indignato,nervoso o superiore,al contrario di lei che aveva sbuffato e addirittura sentita ferita nell’orgoglio. La conclusione e’ evidente.Quante volte nella nostra vita abbiamo mangiato e mangeremo i biscotti di un altra persona senza saperlo….Dunque,prima di arrivare ad un giudizio affrettato e prima di pensare male di una persona,guardiamo con piu’ attenzione le cose,riflettendoci a lungo,perche’ molto spesso le situazioni non sono proprio come appaiono..